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Negli ultimi anni, specie in seguito alla diffusione dell’epidemia Covid-19, si sono moltiplicati gli sforzi a livello governativo per incentivare le iniziative in ambito imprenditoriale. Tra i progetti più importanti rientra senza dubbio Resto al Sud.
L’incentivo si rivolge alle persone in età compresa tra i 18 ed i 55 anni ed ha l’obiettivo di sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove aziende, nelle seguenti regioni ed aree:
Il Governo ha messo complessivamente a disposizione una cifra pari a 1 miliardo e 250 milioni di euro.
Abbiamo già specificato che l’incentivo si rivolge agli Under 56 e le aree interessate. Possono accedere ai fondi anche coloro che trasferiscono la residenza in queste aree entro 60 giorni dal buon esito dell’istruttoria (120 giorni per chi risiede all’estero).
Non è possibile ottenere finanziamento tramite Resto al Sud per coloro che:
Possono accedere a Resto al Sud le imprese costituite successivamente al 21 giugno 2017 e le imprese non ancora costituite, a patto che la costituzione venga effettuata entro 60 giorni (120 per i residenti all’estero) dalla data di comunicazione del buon esito dell’istruttoria.
Infine, possono usufruire del finanziamento i liberi professionisti, sia in forma societaria che individuale, i quali, nei 12 mesi precedenti la presentazione della domanda, non siano titolari di Partita Iva avente per oggetto un’attività coincidente con quella proposta.
In riferimento ai 24 comuni delle aree del cratere sismico del Centro Italia, nei quali è stata stabilita l’inagibilità per più del 50% degli edifici, viene a decadere il criterio del limite d’età. In questo caso, dunque, anche gli over 55 possono accedere a Resto al Sud.
ABI ed Invitalia hanno stipulato una convenzione finalizzata a stabilire le modalità di finanziamento dei progetti approvati da Invitalia. Nello specifico, le banche sono tenute a valutare caso per caso le richieste di finanziamento.
Cliccando sul seguente link è possibile conoscere l’elenco delle banche aderenti all’iniziativa https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/resto-al-sud/elenco-banche-finanziatrici.
Le imprese operanti nei settori del commercio, turismo, fornitura di servizi alla persona e alle imprese, attività produttive nei comparti industria, artigianato, pesca e trasformazione dei prodotti agricoli possono accedere a Resto al Sud. Stesso discorso, come anticipato poc’anzi, per le attività libero professionali, indipendentemente dalla forma giuridica scelta.
Sono escluse dal progetto le attività agricole, eccezion fatta per quelle che operano in ambito pesca e acquacoltura.
Possono essere finanziate le spese di ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (rispettando il limite massimo del 30% del programma di spesa), impianti, macchinari e attrezzature nuove nonché le spese di gestione (canoni di locazione, utenze, leasing, materie prime ecc.), nella misura del 20% del programma di spesa, i programmi informatici e i servizi per tecnologie, informazione e telecomunicazione.
Sono escluse le spese per:
Resto al Sud copre fino al 100% delle spese. Ogni richiedente può ottenere un finanziamento massimo di 50.000 euro. Per le società formate da quattro soci, si può arrivare ad un massimo di 200.000 euro.
Limitatamente alle imprese esercitate in forma individuale, in presenza di un solo soggetto proponente, si può ottenere un finanziamento massimo pari a 60.000 euro.
Previsto, inoltre, un contributo a fondo perduto, per il supporto del fabbisogno di circolante, così distribuito:
Le agevolazioni sono, dunque, così suddivise:
La domanda per accedere a Resto al Sud va presentata online, tramite la piattaforma web di Invitalia. Le domande vanno firmate digitalmente dai titolari (per le ditte individuali), dai legali rappresentanti (per le società) e dal libero professionista (per le libere professioni in forma individuale).
È necessario indicare un indirizzo di Posta Elettronica Certificata in quanto sarà l’unico mezzo attraverso il quale sarà possibile ricevere le comunicazioni da parte di Invitalia.
Ci sono 24 mesi di tempo, a partire dal provvedimento di concessione, per la realizzazione del progetto. La durata può essere estesa solo se Invitalia si accerta che la mancata realizzazione del progetto nei tempi previsti non è imputabile al beneficiario.
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